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MATERIALE PER EDUCATORI

GENITORI: IL MESTIERE PIU' DIFFICILE
a cura di Carmelo Impera

Se è vero che quello dei genitori è il mestiere più difficile, allora bisogna fare di tutto per aiutarli e sostenerli in questo compito così arduo e delicato.

E’ tempo che i genitori si sveglino dal “coma pedagogico” in cui sono entrati in questi ultimi decenni.

Queste riflessioni che ho voluto pubblicare, vogliono essere un piccolo sostegno per i genitori, vista l’importanza e l’urgenza di avere strumenti di riflessione e di crescita nel delicato settore dell’educazione dei ragazzi.

Voglio iniziare con una lettera inquietante, che mi ha molto colpito, pubblicata da un quotidiano nazionale un po’ di tempo fa.

In questi ultimi anni si sono moltiplicati i casi di violenza di figli nei confronti dei genitori, fino ad arrivare a commettere efferati delitti. Uno di questi, il caso di Erika, è diventato un paradigma, certamente estremo ma purtroppo reale, di quello che è un certo disagio giovanile. Questa lettera è una testimonianza di quello che può uscire dalla penna di un adolescente; riflessioni tra realtà e fantasia.

Si, è proprio un adolescente che immagina di scrivere una lettera alla madre…

QUANDO LA LIBERTA’ E’ UN POTERE CHE SPAVENTA

            La vita, come dice una canzone degli 883, è una lunga corsa a ostacoli dove non ci si può ritirare. Sarà questo mondo moderno, saranno le canzoni sataniche di cui si parla tanto in questi giorni, saranno gli episodi crudeli visti in TV o al cinema , saranno le banalità che ci sorbiamo quotidianamente tramite quiz e talk-show, sarà il vuoto travestito da valore o da rapper americano che insulta i negri e viene invitato a Sanremo, saranno i genitori… Fatto sta che tutto ciò sta facendo correre la gente troppo veloce. Ed Erika è inciampata. E con lei quel poco che pensavamo fosse rimasto a noi ragazzi.

            Cara mamma,

ti scrivo, perché sempre più spesso, mi viene la voglia di ammazzarti. Si mamma, vorrei ammazzarti quando mi sgridi perché non faccio mai il letto e non faccio sempre i compiti. Che cosa stupida: ma cosa te ne può importare della mia vita, delle mie abitudini? Io non ti rimprovero mai nulla. Per favore avverti il babbo che voglio ucciderlo a coltellate, come in quella pubblicità di Fiorello. E a volte vorrei uccidere anche quella brontolona della nonna, e poi lo zio, i miei fratelli, il mio migliore amico, la mia famiglia, i miei prof., il mondo intero, ma per fortuna non posso. Ma chi l’ ha detto che non posso? Mi hanno insegnato che sono libero, completamente libero, assolutamente libero, schifosamente libero. Libero di drogarmi, insultare, fare l’amore pensando che sia amare, volermi bene, volerne solo a me. Non sai quanto sia spaventosa questa libertà, mamma. Non ho nessuno steccato da scavalcare, nessuna regola da trasgredire, nessun recinto che mi protegga. Domani a scuola manderò a quel paese la prof e lei si rinchiuderà nel bagno a piangere. E non sa che questo mio tremendo potere spaventa più me che lei.
E tu chiameresti tutto questo libertà?

                                           (Lorenzo Galliani, 15 anni - Casalecchio di Reno - Bologna)

            Sono certamente riflessioni terribili, che devono essere recepite adeguatamente, senza allarmismi, e accolte per quello che sono: una “pro-vocazione”, un grido d’aiuto, una chiamata ad intervenire. E’ evidente che dietro al malessere dei nostri figli, anche quello più ordinario, spesso si nasconde una invocazione, un “help!” da decodificare: ma spesso non ci riusciamo; non ne capiamo i codici, ci sfuggono alcuni segnali, parliamo linguaggi diversi.

In fondo i nostri figli stanno ereditando un mondo difficile, complesso e certamente vuoto di valori “forti”. Sono i figli del pensiero debole: e un pensiero debole può generare solamente figli deboli, fragili, anemici. E quali famiglie il pensiero anemico ha prodotto? Certamente famiglie smarrite, senza più certezze , ma con tanti punti di vista. Ma i punti di vista, se non sono ancorati a valori assoluti si trasformano presto in dubbi che come tarli generano vuoto e ansia. Questi genitori spesso non sanno cosa trasmettere ai propri figli e a un certo punto si arrendono, gettano la spugna e delegano ad altre agenzie educative il compito di educare loro ragazzi. 

Arriva il momento in cui devi spiegare ai tuoi figli

perché sono nati.

Ed è meraviglioso se allora ne conosci la ragione.

(Henry Scott)

Ecco perché ci sembra sempre più importante intervenire e dare una svolta a certe tendenze pedagogiche errate. In Italia siamo passati dal padre padrone del dopoguerra, al papà amicone che esce in comitiva col figlio conseguenza della rivoluzione giovanile sessantottina. C’è bisogno che il padre torni ad essere padre e la madre ad essere madre: né padroni, né amiconi, ma genitori. Nei miei interventi con gruppi di famiglie faccio spesso un esempio per far comprendere la necessità che i genitori si riapproprino del proprio ruolo educativo, fra l’altro necessario e insostituibile: Un bambino appena nato è simile ad una meravigliosa sorgente d’acqua. E’ acqua pura, limpida, che ha una fortissima energia vitale. Ecco che schizza da tutte le parti. Se quest’acqua non viene incanalata in un percorso costruttivo (per lui e per l’ambiente), irrompe in tutte le parti con conseguenze dannose. Bisogna scavare un letto a quest’acqua perché diventi un fiume fecondo di vita. In tutto questo il compito dei genitori è determinante. Essi rappresentano le due “sponde” del fiume; abbastanza alte perché l’acqua non straripi, e nello stesso tempo non troppo alte perché non assomiglino a un tunnel, col rischio d’asfissia. Una volta queste sponde erano troppo elevate, poi sono quasi sparite, adesso è tempo di “giusta misura” (in medio stat virus).  

Penso che non possiamo permetterci più il lusso di perdere tempo! Dobbiamo darci da fare per istituire scuole per genitori, corsi per coppie di fidanzati o sposi, scuole per educatori, insegnanti, catechisti, operatori sociali in genere e tutti coloro che hanno a che fare con i giovani…

Giovanni Paolo II durante l’anno Giubilare si è espresso così:

“L’umanità è ad un bivio: l’urgenza è tra rinascere o morire. Una strada c’è: ripartire dalla famiglia e dall’educazione della gioventù”

Allora coraggio genitori carissimi, utilizziamo i nuovi strumenti che le moderne scienze dell’educazione ci forniscono e miglioriamo la qualità del nostro rapporto educativo. Finora abbiamo certamente fatto bene, in futuro potremmo fare meglio.

                 Ascoltate questo suggerimento di Clarke:

“I tuoi genitori hanno fatto

il meglio che potevano.

Tu come genitore finora hai fatto

il meglio che potevi.

Adesso hai in mano questi nuovi strumenti,

se vuoi puoi utilizzarli:

non è mai troppo tardi per incominciare”

(J.Clarke)

  

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